Quest'area è fondamentale per consentire alla persona di comunicare i suoi bisogni e di instaurare rapporti significativi in ambito relazionale
L’intervento focalizza la sua attenzione prima di tutto sullo sviluppo di una comunicazione totale, attraverso l’apprendimento e l’integrazione di modalità comunicative diverse o alternative al linguaggio, sia a livello ricettivo che produttivo.
Lo sviluppo del linguaggio recettivo consente alla persona di comprendere il linguaggio di un’altra persona, mentre quello produttivo insegna alla persona ad esprimersi.
A sostegno del linguaggio o quando questo è precluso si prevede l’inclusione di modalità e sistemi verbali e non verbali e di ausili tecnologici.
La comunicazione comportamentale si basa su movimenti del corpo, gesti spontanei, espressioni mimico-facciali, per esprimersi e veicolare messaggi ad altre persone; ad es. tirare per un braccio la mamma verso il frigorifero, chiaramente esprime la volontà della persona di scegliere qualcosa da mangiare.
Il sistema di comunicazione segnaletico-oggettuale impiega oggetti con dimensioni reali, riduzioni degli stessi con forme tridimensionali e miniaturizzazioni, per anticipare eventi, situazioni di vita quotidiana, richieste nei confronti dell’ambiente.
La comunicazione pittografica, basata su immagini standard, convenzionali, foto, disegni relativi all’oggetto nelle sue caratteristiche reali, permette una maggiore funzionalità nella comunicazione sia recettiva che espressiva, in quanto il sistema è trasparente e maneggevole, e si adatta a contesti e spazi di vita quotidiana.
La comunicazione gestuale utilizza movimenti fini e coordinati delle mani, oltre ad un buon coordinamento fine-motorio; i gesti possono assumere alta trasparenza formale, prendendo come esempio una palla (il gesto riproduce le caratteristiche dell’oggetto).
Con le persone che presentano sordocecità, possiamo invece usare altri sistemi di linguaggio e comunicazione.
La Dattilologia è data dalla possibilità di segnalare ciascuna lettera dell’alfabeto, utilizzando esclusivamente i movimenti e le posizioni delle dita della mano, simili a quelle necessarie per imparare a leggere (richiede un buon funzionamento cognitivo).
La L.I.S. (Lingua dei Segni Italiana) permette di esprimere parole, azioni, concetti, mediante precisi segni espressi attraverso il movimento delle mani, delle dita e dell’espressione del viso; per le persone nate sorde, che successivamente perdono la vista, questo sistema è stato integrato con il tatto, dando vita alla LIS tattile. In questo modo, chi ascolta tocca con le proprie mani le mani di chi parla, percependo così il segno comunicato, e particolari caratteristiche spaziali o temporali.
Il metodo Tadoma permette la comprensione tattile del linguaggio verbale ponendo entrambe le mani della persona sul viso di chi parla: il pollice viene appoggiato leggermente sulle labbra di chi parla, e ciò permette di rilevare il loro movimento; il mignolo si appoggia alla mascella, per cogliere le vibrazioni trasmesse per via ossea, mentre le altre dita rimangono sulle guance.
Nel sistema Malossi, la mano di chi riceve il messaggio viene considerata come una specie di “tastiera”. I vari “punti” della mano se vengono battuti leggermente o pizzicati, corrispondono a precise lettere dell’alfabeto; il vantaggio di questo metodo è la possibilità di mettere in comunicazione diretta due persone con sordocecità, e di consentire anche a persone non coinvolte nell’area della riabilitazione, ad es. volontari, vicini di casa ecc., di comunicare con le persone con sordocecità, indossando un guanto dove sono scritte o ricamate lettere in blu e rosso da toccare e pizzicare. I prerequisiti richiesti sono simili alle abilità necessarie per la dattilologia.
Nei percorsi di apprendimento individuale, le modalità di insegnamento ed i passi programmatici vengono definiti in funzione dei problemi che presenta la persona e della loro incidenza sul funzionamento sensoriale, cognitivo e motorio.
Le sedute di logopedia sono finalizzate ad insegnare e stimolare il linguaggio. Anche l’impiego di ausili tecnologici, come i pulsanti a pressione facilitata (switches), i VOCA (comunicatori con output vocale) ed i software possono facilitare ed integrare le modalità comunicative già consolidate, o costituire lo strumento prioritario di comunicazione, soprattutto se sussistono deficit neuromotori. Ad esempio l’utente preme un VOCA, comunicatore con output vocale, per formulare una specifica richiesta, quale “Voglio giocare con la palla”.