Matilde Lauria è stata la prima atleta sordocieca alle Paralimpiadi di Tokyo 2020. La sua è una storia piena di coraggio e forza, da raccontare in occasione della Giornata Europea della Sordocecità per riflettere su questa disabilità specifica e complessa.
In occasione della Giornata Europea della Sordocecità, istituita per l’anniversario della fondazione della European Deafblind Union (EDbU), Federazione di associazioni nazionali di e per le persone sordocieche, la Lega del Filo d’Oro pone l’attenzione su questa disabilità specifica e complessa.
La pandemia da Covid-19 e le conseguenti misure di distanziamento sociale hanno messo in evidenza la condizione di isolamento che già vivevano quotidianamente le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali. Nonostante il crescente impulso verso un cambiamento più inclusivo innescato dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e dall'adozione dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, che hanno sottolineato l'importanza di non lasciare indietro nessuno, la complessa sfida imposta dalla crisi sanitaria ha confermato come nelle prime fasi emergenziali si sia completamente spenta la luce sui bisogni delle persone con disabilità, in particolar modo di quelle sordocieche, che si trovano ad affrontare molteplici barriere, come la mancanza di accesso ai servizi di supporto e alle informazioni accessibili.
In molti Paesi europei, la sordocecità non è ancora riconosciuta come disabilità specifica e questo ha contribuito a una persistente invisibilità statistica che finora ha rallentato il processo di analisi e di comparazione dei bisogni specifici delle persone sordocieche, delle barriere e delle disuguaglianze che sono costrette ad affrontare. In questo contesto, l’Italia si trova a metà strada tra i Paesi più virtuosi, come quelli scandinavi, e quelli meno attenti all’inclusione delle persone con sordocecità, ma un importante slancio in avanti, nell’ultimo anno, è avvenuto grazie al riconoscimento della LIS (Lingua dei Segni Italiana), della LIST (Lingua dei Segni Italiana Tattile) - malgrado il grave ritardo che l’aveva portata ad essere l'ultimo dei Paesi europei a non aver riconosciuto la propria lingua dei segni nazionale - e della figura dell’interprete, un sostegno fondamentale per la vita di chi non vede e non sente. Un traguardo molto importante, coadiuvato dalla recente risoluzione approvata dal Parlamento europeo che invita l'Unione europea ad adottare una definizione comune di disabilità e ad introdurre una Carta europea della disabilità per il riconoscimento comune di tale condizione.
La Lega del Filo d’Oro è in prima linea affinché in Italia l’iter per la revisione e la piena applicazione della legge 107/2010 sul riconoscimento della sordocecità non si fermi.
L’impego della Fondazione è da sempre orientato a valorizzare le potenzialità di ciascuna persona, andando oltre i limiti tracciati dalla minorazione. Per questo l’Ente partecipa attivamente a progetti internazionali con l’obiettivo di garantire autonomia e inclusione alle persone sordocieche, mettendo in rete competenze e risorse mirate al raggiungimento di maggiore specializzazione, più servizi e diffusa cultura della disabilità, perché una persona sordocieca partecipe può essere una risorsa per l’intera Società.