Certe vite è come se affrontassero il mare controvento. Ed è così che Antonella, mamma di Nicolò, pensa alla sua esistenza.
Un vento fortissimo si è abbattuto su lei e suo marito quando, dopo una gravidanza all’apparenza normale, Nicolò nasce senza occhi né nervo ottico. Senza poter udire, senza la possibilità di camminare. Disabilità sensoriali di cui nessuno riesce a spiegare il perché: i dottori le ripetono tutto quello che Nicolò non potrà mai fare da solo.
Praticamente nulla.
Ma non è nel carattere di Antonella arrendersi e quindi inizia a prendere informazioni su chi può aiutare suo figlio, che nel frattempo ha un anno e mezzo: e un medico le parla della Lega del Filo d’Oro, che si occupa di persone con sordocecità e pluriminorazioni sensoriali. Da Bornasco parte insieme al marito e al piccolo Nicolò: ma quello che accade ad Osimo la lascia senza parole. In tre giorni di lavoro alla “Lega” Nicolò si mette in piedi. Dopo il primo passo, Nicolò ne fa altri, tanti altri. E ognuno di essi, nel ricordo della mamma, si contrappone a tutti i “no” ricevuti prima di giungere a Osimo.
I passi di Nicolò e dei bambini e adulti con disabilità sensoriale sono sorretti e si realizzano grazie a molteplici interventi, ad un’équipe multidisciplinare che ha fatto scoprire ad Antonella la stimolazione sensoriale, la logopedia, la musicoterapia. Anche il cibo diventa protagonista della crescita dell’autonomia di Nicolò che riesce a liberarsi della Peg.
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E ancora una volta nelle parole di questa mamma risuona l’eco del punto di forza della “Lega”: non si parte da cosa un bambino o un adulto non può fare. Il primo punto da mettere, la prima strada da tracciare è proprio cosa può fare, a cui fa seguito cosa potrà fare grazie alla Lega del Filo d’Oro.
Antonella sottolinea anche l’attenzione che qui si pone alle famiglie, non spettatrici ma protagoniste del lavoro da fare insieme ai propri cari. Non chiuse fuori dalle mura del percorso ma accolte. Non lasciate sole con le proprie angosce, ma ascoltate e capite.
È così, dice Antonella che si combatte la depressione, che si prende forza. Una forza che la “Lega” trae da te, che la sostieni ogni giorno, che sostieni le mamme come Antonella e i bimbi come Nicolò.