Il piacere di essere immersi in luci colorate, di essere cullati dalle note di un pianoforte… la stimolazione sensoriale è di fondamentale importanza nel percorso di riabilitazione dei bambini e adulti sordociechi
Gli ambienti riabilitativi, le attività, il materiale didattico e soprattutto il lavoro quotidiano delle diverse figure professionali: tutto concorre allo sviluppo e all’ educazione dei sensi residui che hanno un ruolo molto rilevante, dal momento che compensano le informazioni negate dal deficit sensoriale. Vania, educatrice del Centro Diagnostico e Fiammetta, musicoterapista del Centro di Osimo, ci spiegano qualcosa di più del loro lavoro quotidiano accanto a chi non vede e non sente.
Vania – educatrice Centro Diagnostico
Per ogni persona sordocieca che arriva alla Lega del Filo d’Oro - ci racconta Vania, educatrice del Centro Diagnostico - viene definito un percorso personalizzato che parte dal mettere a fuoco quali siano le funzionalità visive e la percezione uditiva. Questo percorso prevede anche una personalizzazione dell’ambiente, in particolare dell’aula in cui verrà svolta la riabilitazione.
Per i bambini a volte serve un’aula molto colorata e ricca di stimoli per ricercare interesse e catturare l’attenzione. Altre volte al contrario riusciamo a farlo meglio in un ambiente più spoglio e con pochi elementi di spicco. Molto spesso organizziamo lo spazio con zone dedicate a stimolazioni sensoriali differenti, le lucine, i cuscinoni colorati, l’angolo con le stimolazioni bianco e nero.
Fondamentale per noi è sempre l’osservazione, che ci consente di capire quali tipologie di stimolazioni catturano di più l’attenzione e su quelle andiamo poi a lavorare cercando sempre un canale di comunicazione e la collaborazione di chi abbiamo davanti. Per questo soprattutto con i bambini tutto parte da stimoli semplici e piacevoli come i giochi.
Fiammetta – musicoterapista Centro di Osimo
La musicoterapia - ci racconta Fiammetta, musicoterapista del Centro di Osimo - utilizza l’elemento sonoro per la stimolazione della persona sordocieca. Da tanti anni è diventata una presenza costante nelle attività della Fondazione.
Negli anni ho capito che ai bambini, giovani e adulti sordociechi che arrivano alla Lega del Filo d’Oro bisogna avvicinarsi in punta di piedi perché molto spesso il non vedere e sentire li fa chiudere in se stessi.
Le stimolazioni sonore arrivano in modo delicato, partendo dall’osservare quali sono i suoni preferiti. I bambini si sdraiano sul pianoforte per lasciarsi cullare, mentre il ritmo dei pezzi musicali li coinvolge e li trascina fuori dal loro mondo.
La musicoterapia non è solo un momento piacevole ma ha un ruolo importante, quello di aiutare i bambini ad uscire dal loro isolamento, ad aprirsi alla relazione con l’altro, oltre che a raggiungere in modo diverso dei piccoli traguardi per la propria autonomia. Stringere una maracas è il primo passo verso tenere un cucchiaio in mano e mangiare da soli, voler suonare il pianoforte può portare a far muovere braccia e gambe e dire una filastrocca significa percorrere il lungo viaggio che va dal silenzio al comunicare.