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Matteo, piccolo utente del Centro Diagnostico, ride in braccio alla sua educatrice che batte le mani e gioca con lui. L'educatrice indossa camice monouso e mascherina chirurgica
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Sosteniamo le persone sordocieche e con disabilità sensoriale e le loro famiglie.
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Il nostro Centro Nazionale è a Osimo, ma ci sono altre dieci sedi in Italia.
Alberto, un utente della Lega del Filo d'Oro, e un'operatrice ridono di gusto insieme.
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Assistiamo, educhiamo, riabilitiamo chi non vede e non sente valorizzandone al massimo le potenzialità.
Andrea e Eleonora, due centralinisti della Lega del Filo d'Oro, sono fotografati mentre lavorano. Eleonora ha la cornetta del telefono appoggiata all'orecchio ed è seduta alla scrivania. Andrea sta lavorando al computer. Entrambi guardano verso la fotocamera.
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60 anni non si festeggiano, si fanno. Insieme.
Una vista aerea del Centro Nazionale della Lega del Filo d'Oro di Osimo, una nuova grande casa per le persone sordocieche
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Paola Rupili, utente adulta del Centro di Osimo, sorride insieme alla fisioterapista che la affianca in una sessione di idroterapia in piscina
Le nostre storie
Nessuno resta indietro, tutti hanno una storia di rinascita da raccontare.
31
March
2022

Una realtà fatta di suoni e colori… e non solo

Il piccolo Gabriele, ospite del Centro Diagnostico, segue con gli occhi una lampada che l'operatrice sta muovendo davanti al suo viso per lavorare sul suo residuo visivo

Il piacere di essere immersi in luci colorate, di essere cullati dalle note di un pianoforte… la stimolazione sensoriale è di fondamentale importanza nel percorso di riabilitazione dei bambini e adulti sordociechi

Gli ambienti riabilitativi, le attività, il materiale didattico e soprattutto il lavoro quotidiano delle diverse figure professionali: tutto concorre allo sviluppo e all’ educazione dei sensi residui che hanno un ruolo molto rilevante, dal momento che compensano le informazioni negate dal deficit sensoriale. Vania, educatrice del Centro Diagnostico e Fiammetta, musicoterapista del Centro di Osimo, ci spiegano qualcosa di più del loro lavoro quotidiano accanto a chi non vede e non sente.

 

Vania – educatrice Centro Diagnostico

Per ogni persona sordocieca che arriva alla Lega del Filo d’Oro - ci racconta Vania, educatrice del Centro Diagnostico -  viene definito un percorso personalizzato che parte dal mettere a fuoco quali siano le funzionalità visive e la percezione uditiva. Questo percorso prevede anche una personalizzazione dell’ambiente, in particolare dell’aula in cui verrà svolta la riabilitazione.

Per i bambini a volte serve un’aula molto colorata e ricca di stimoli per ricercare interesse e catturare l’attenzione. Altre volte al contrario riusciamo a farlo meglio in un ambiente più spoglio e con pochi elementi di spicco. Molto spesso organizziamo lo spazio con zone dedicate a stimolazioni sensoriali differenti, le lucine, i cuscinoni colorati, l’angolo con le stimolazioni bianco e nero.

Fondamentale per noi è sempre l’osservazione, che ci consente di capire quali tipologie di stimolazioni catturano di più l’attenzione e su quelle andiamo poi a lavorare cercando sempre un canale di comunicazione e la collaborazione di chi abbiamo davanti. Per questo soprattutto con i bambini tutto parte da stimoli semplici e piacevoli come i giochi.

 

Fiammetta – musicoterapista Centro di Osimo

La musicoterapia - ci racconta Fiammetta, musicoterapista del Centro di Osimo - utilizza l’elemento sonoro per la stimolazione della persona sordocieca. Da tanti anni è diventata una presenza costante nelle attività della Fondazione.

Negli anni ho capito che ai bambini, giovani e adulti sordociechi che arrivano alla Lega del Filo d’Oro bisogna avvicinarsi in punta di piedi perché molto spesso il non vedere e sentire li fa chiudere in se stessi.

Le stimolazioni sonore arrivano in modo delicato, partendo dall’osservare quali sono i suoni preferiti. I bambini si sdraiano sul pianoforte per lasciarsi cullare, mentre il ritmo dei pezzi musicali li coinvolge e li trascina fuori dal loro mondo. 

La musicoterapia non è solo un momento piacevole ma ha un ruolo importante, quello di aiutare i bambini ad uscire dal loro isolamento, ad aprirsi alla relazione con l’altro, oltre che a raggiungere in modo diverso dei piccoli traguardi per la propria autonomia. Stringere una maracas è il primo passo verso tenere un cucchiaio in mano e mangiare da soli, voler suonare il pianoforte può portare a far muovere braccia e gambe e dire una filastrocca significa percorrere il lungo viaggio che va dal silenzio al comunicare.