Se Cristina Alippi fosse una parola, sarebbe empatia: perché è questo sentimento che serve se si vuole davvero oltrepassare le barriere del buio e del silenzio e lavorare con chi è sordocieco o pluriminorato psicosensoriale. Un sentimento che lei incarna in pieno e che le permette di andare davvero oltre nella percezione di chi ha davanti.
Da molti anni Cristina è Operatore Territoriale presso il Centro della Lega del Filo d’Oro di Lesmo: sorridente e allegra, adora il suo lavoro, anche se non avrebbe mai pensato che sarebbe stata questa la sua strada, nonostante un diploma di assistente sociale in tasca. Poi, come a volte capita, si è fatta convincere a partecipare come volontaria da un’amica che lavorava per la “Lega” ed è rimasta colpita dalla figura di Rossano Bartoli, un esempio per lei illuminante. Quando fa l’esperienza del soggiorno estivo la sua vita cambia: da lì la scelta di entrare nella famiglia della Lega del Filo d’Oro è ormai naturale.
Il suo modo di fare e la sua preparazione la portano nel tempo ad avere sempre maggior fiducia nelle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali con cui lavora e a sperimentare il progetto “Tutor”, unico nel suo genere. In pratica un utente della “Lega” ne affianca un altro, che è appena arrivato e lo guida verso un percorso di accettazione di sé e alla scoperta delle proprie capacità.
Questo metodo è chiamato dell’ "auto-mutuo aiuto" ed è evidente che porta a galla potenzialità che nemmeno si immaginavano: anche far sentire, magari per la prima volta, un utente punto di riferimento di un’altra persona. Un piccolo grande passo sulla strada dell’autonomia e dell’autodeterminazione che si percorre ogni giorno all’interno della Lega del Filo d’Oro.
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L’empatia è fondamentale, in questo mondo: ma allo stesso tempo è difficile far sentire all’altro quanto sei partecipe di cosa ti viene detto, dei momenti di difficoltà o di gioia, se non puoi mostrare le espressioni del viso. È una sfida e una prova che operatori e volontari si trovano ad affrontare ogni giorno all’interno della “Lega”.
Ma è una sfida che ti cambia anche sul lato personale: si esce da qui con nuovi modi di pensare e di concepire la vita, si ridimensionano tante cose e quelle importanti vengono messe al centro. E non è detto che siano cose straordinarie. A volte anche osservare un ragazzo che scelga in autonomia cosa mangiare oppure ricevere un sorriso, può cambiarti la giornata.
Anche tu puoi supportare il lavoro di Cristina e quello degli utenti della “Lega”: donare significa permettere ogni giorno nuovi passi in avanti!