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Matteo, piccolo utente del Centro Diagnostico, ride in braccio alla sua educatrice che batte le mani e gioca con lui. L'educatrice indossa camice monouso e mascherina chirurgica
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Sosteniamo le persone sordocieche e con disabilità sensoriale e le loro famiglie.
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Il nostro Centro Nazionale è a Osimo, ma ci sono altre dieci sedi in Italia.
Alberto, un utente della Lega del Filo d'Oro, e un'operatrice ridono di gusto insieme.
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Assistiamo, educhiamo, riabilitiamo chi non vede e non sente valorizzandone al massimo le potenzialità.
Andrea e Eleonora, due centralinisti della Lega del Filo d'Oro, sono fotografati mentre lavorano. Eleonora ha la cornetta del telefono appoggiata all'orecchio ed è seduta alla scrivania. Andrea sta lavorando al computer. Entrambi guardano verso la fotocamera.
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Primo piano di Leonardo, bambino con sindrome di Charge, protagonista dello spot per la campagna della donazioni regolari
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60 anni non si festeggiano, si fanno. Insieme.
Una vista aerea del Centro Nazionale della Lega del Filo d'Oro di Osimo, una nuova grande casa per le persone sordocieche
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Paola Rupili, utente adulta del Centro di Osimo, sorride insieme alla fisioterapista che la affianca in una sessione di idroterapia in piscina
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Nessuno resta indietro, tutti hanno una storia di rinascita da raccontare.
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Le nostre storie

Francesca è operatrice educativo-riabilitativa al Centro Residenziale di Termini Imerese

Crederci per lei è la molla: cercare di rendere possibile ciò che sembra impossibile.

«Io e la Lega del Filo d’Oro… ci siamo scelti a vicenda». A dirlo è Francesca Seminara, 38 anni, operatrice educativo-riabilitativa al Centro Residenziale di Termini Imerese (PA) fin dalla sua apertura, nel 2010. «Io sono proprio di Termini e la sede della “Lega” l’ho vista nascere. Desideravo tanto lavorare qui», ricorda. Francesca ha iniziato a interessarsi delle disabilità sensoriali negli ultimi anni di università, studiando anche la Lis: «Volevo imparare nuovi sistemi di comunicazione e ho iniziato a fare esperienza con i primi lavori e poi… è arrivata la Lega del Filo d’Oro».

Quando racconta l’avvio del lavoro al Centro, la sua voce vibra ancora di emozione: «Conoscevo già la “Lega” perché in famiglia eravamo tutti sostenitori, sapevo come lavorano e che non esisteva nulla di simile nel nostro territorio. Non ho mandato il curriculum “a caso”: dentro di me sentivo che la “Lega” faceva per me». Dopo il colloquio, ecco il corso di formazione e tre settimane a Osimo. L’incontro con la sede nazionale è stato «indimenticabile» spiega Francesca. «Per me è stato come un imprinting. Nelle prime 24 ore avevo una sensazione quasi di angoscia e mi chiedevo “Ma io ce la posso fare davvero?”. La mattina dopo però la voglia di mettersi in gioco e di imparare era già più forte di tutto».

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È questa forza che ha accompagnato Francesca dall’inizio e che ancora la anima, insieme alla consapevolezza che «al di là delle tecniche, la cosa più importante è crederci sempre. Noi lavoriamo in équipe e questo ci stimola a creare attività e ausili nuovi che aiutino ogni ragazzo a progredire». A chi le chiede di spiegare il suo lavoro, lei risponde semplicemente: «Hai presente una cosa impossibile? Bene, io cerco di renderla possibile. È questa la molla: crederci».

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