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Matteo, piccolo utente del Centro Diagnostico, ride in braccio alla sua educatrice che batte le mani e gioca con lui. L'educatrice indossa camice monouso e mascherina chirurgica
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Il nostro Centro Nazionale è a Osimo, ma ci sono altre dieci sedi in Italia.
Alberto, un utente della Lega del Filo d'Oro, e un'operatrice ridono di gusto insieme.
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Assistiamo, educhiamo, riabilitiamo chi non vede e non sente valorizzandone al massimo le potenzialità.
Andrea e Eleonora, due centralinisti della Lega del Filo d'Oro, sono fotografati mentre lavorano. Eleonora ha la cornetta del telefono appoggiata all'orecchio ed è seduta alla scrivania. Andrea sta lavorando al computer. Entrambi guardano verso la fotocamera.
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Una vista aerea del Centro Nazionale della Lega del Filo d'Oro di Osimo, una nuova grande casa per le persone sordocieche
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24
November
2020

Grazie ai Volontari caldarroste in sicurezza

Un gruppo di volontari con mascherina mostra i sacchetti con le caldarroste appena preparati.

L’11 novembre, festa di San Martino, la tradizione molfettese vuole che si mangino le gustose frittelle, il vino novello e le caldarroste.

Quest’anno è partita dagli stessi volontari del Centro di Molfettadella Lega del Filo d’Oro, la proposta di onorare, come è sempre stato in passato, la tradizione. 

L’idea ha richiesto un po’ di lavoro: trovare il giusto compromesso tra i regolamenti anti Covid-19 e la voglia di essere in qualche modo presenti. E così Pasquale, Ottavio, Angela e Angela, Margherita, Colette e Flavia, in rappresentanza di tutti i volontari della sede di Molfetta, hanno lavato, pulito e arrostito le caldarroste che sono state poi gustate dai ragazzi a fine pranzo. 

Le piccole braci – una per ciascun volontario - sono state allestite a distanza, nella piazzetta antistante l’ingresso del Centro, col profumo e il calore delle caldarroste che saliva dalle finestre fin su negli appartamenti blu, verde e giallo. Alcuni ragazzi hanno avuto la possibilità di affacciarsi e di sentire la voce, il calore e l’amore dei loro amici volontari che non vedono da tempo.   

Nessun contatto, nessun rischio: è stato semplicemente un momento simbolico in cui i volontari, ancora una volta, si sono resi preziosi per i nostri ragazzi e vicini ai nostri operatori.