Per studiare musicoterapia, Lorenzo Orlandi è andato fino ad Assisi, dove c’era l’unica scuola d’Italia. Pianista e musicoterapista, 51 anni, Orlandi collabora con il Centro di Lesmo della Lega del Filo d’Oro dal 2006: «Quindici anni che sono volati».
Che la musica «per le persone con disabilità grave fosse come il miele, l’ho sperimentato durante il mio servizio civile, nel 1990», ricorda. Nasce lì la decisione di studiare psicologia e musicoterapia: «Ho dato gli esami al Conservatorio, ma non ho scelto la carriera musicale. Il mio è stato un “investimento al buio”, di pura passione. Ho cominciato collaborando con un’associazione di genitori, durante gli studi facevo delle ore di musicoterapia in un centro diurno di Lissone».
L’incontro con la Lega del Filo d’Oro arriva alcuni anni dopo. Durante il colloquio, ricorda, parlò della necessità di avere un pianoforte a coda e subito gli venne risposto «non c’è problema». Ride: «Non potevo dire di no! E ho accettato la sfida».
La sfida di lavorare sul confine, di fare musica con persone sordocieche e pluriminorate che - si potrebbe pensare - con la musica c’entrano poco o nulla. «Le risposte che ho avuto invece sono state stupefacenti, tante volte io stesso sono rimasto a bocca aperta. La musica è capace di creare una “risonanza emotiva” fortissima».
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Orlandi parla di persone, episodi, ricordi con un entusiasmo coinvolgente. «È la cosa più bella del mondo: scoprire che la musica conquista tutti, crea una partitura nel qui ed ora. L’altro mi lancia un messaggio e il mio compito è restituirgli una forma di bellezza, in note». Anche come professionista la Lega del Filo d’Oro è il suo “luogo del cuore”: «Qui ho trovato il mio posto nel mondo. E con la pandemia sento una motivazione ancora più alta».