La Lega del Filo d’Oro ha sempre considerato le persone con sordocecità artefici del proprio destino e ha sempre lavorato sul reinserimento sociale e sull’autodeterminazione. Educare e Riabilitare sono le azioni più importanti che guidano i progetti di vita di chi non vede e non sente. Sembrano passati secoli da quando invece chi soffriva di gravi disabilità veniva chiuso in un ospedale psichiatrico perché considerato irrecuperabile.
Luigi Giacco, ex direttore del settore riabilitativo, che la “Lega” l’ha vista crescere ed è arrivato da volontario, ha una memoria di ferro e la mente piena di ricordi dei primi tempi di quanto un ospite, Christian non riusciva a camminare, ma ogni giorno si esercitava con due manici di scopa. Si appoggiava alle ramazze e passettino dopo passettino percorreva tutto il corridoio, perché non c’erano i soldi per comprare le stampelle.
Ma la generosità di migliaia di donatori ha fatto sì che la Lega del Filo d’Oro potesse diventare davvero la casa non solo di chi non vede e non sente, ma anche di tutte quelle persone con disabilità così gravi e multiple da non poter affrontare la vita senza un’assistenza continua e di qualità.
Ma dalla “Lega” non si esce mai: il dottor Giacco, anche adesso che è in pensione, mette a disposizione della Fondazione le sue competenze psicopedagogiche all’interno del Comitato Tecnico Scientifico ed Etico per sviluppare e migliorare metodologie di intervento all’avanguardia nei singoli settori. Sono tanti i ricordi che lui non potrà mai cancellare, come Angelo cieco dalla nascita, che sulla funivia del Gran Sasso con il suo bastone riuscì a misurare l’altezza e la profondità della cabina. Lui, con la sua vitalità e la sua fiducia resta un ricordo indimenticabile e il simbolo delle tantissime persone aiutate in questi anni.