Caterina e Giovanni con il piccolo Edoardo, pieni di punti interrogativi, conoscono da subito Loretta.
In lei e nell’equipe interdisciplinare hanno trovato le risposte che servivano per il loro bambino ed oggi, dopo anni, il legame è indissolubile.
Al Centro Diagnostico lavoriamo a fianco del genitore per individuare insieme, attraverso gli atteggiamenti e i comportamenti del bambino, quello che gradisce, quello che lo rilassa e, forti di questo, per imparare a comunicare con lui.
Un genitore arriva da noi e solitamente è preso soprattutto dall’aspetto medico dopo una diagnosi che lascia poco spazio alla speranza. Qui invece avviene il cambiamento, ci si riesce a soffermare su altri aspetti fondamentali: individuando quello che piace al bambino si riesce ad entrare in contatto e si costruisce, come è avvenuto con Edoardo, la comunicazione.
Edoardo è arrivato qui a 17 mesi, con l’aiuto della sua famiglia e rispettando anche i suoi ritmi sonno-veglia, siamo riusciti ad inserirci nel suo mondo e abbiamo costruito e valorizzato tutte le sue potenzialità.
La comunicazione è l’aspetto più importante per chi ha disabilità sensoriali e, sicuramente, essere affiancati dai genitori che sono sempre accanto noi e che ci illustrano “adesso è stanco, adesso ha sonno, adesso può aver fame, è disturbato” è fondamentale per non rischiare che il bimbo diventi restio all’interazione. Contemporaneamente, però, anche loro si pongono a fianco a noi osservando come interagiamo, forti dell’esperienza maturata in tutti questi anni con situazioni molto complesse e specifiche.
Bambini come Edoardo possono ancora fare molto, sono una soddisfazione quotidiana. La relazione con le famiglie è l’aspetto più emozionante del mio lavoro. Sapere, come per i genitori di Edo, di essere un punto di riferimento e di occupare una parte importante all'interno della loro vita è la cosa più appagante.
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