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Matteo, piccolo utente del Centro Diagnostico, ride in braccio alla sua educatrice che batte le mani e gioca con lui. L'educatrice indossa camice monouso e mascherina chirurgica
Chi aiutiamo
Sosteniamo le persone sordocieche e con disabilità sensoriale e le loro famiglie.
Legadelfilodoro Nuovo Centro Nazionale Interni
Dove aiutiamo
Il nostro Centro Nazionale è a Osimo, ma ci sono altre dieci sedi in Italia.
Alberto, un utente della Lega del Filo d'Oro, e un'operatrice ridono di gusto insieme.
Come aiutiamo
Assistiamo, educhiamo, riabilitiamo chi non vede e non sente valorizzandone al massimo le potenzialità.
Andrea e Eleonora, due centralinisti della Lega del Filo d'Oro, sono fotografati mentre lavorano. Eleonora ha la cornetta del telefono appoggiata all'orecchio ed è seduta alla scrivania. Andrea sta lavorando al computer. Entrambi guardano verso la fotocamera.
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Edoardo+con+educatrice+x+lp+adotta
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Primo piano di Leonardo, bambino con sindrome di Charge, protagonista dello spot per la campagna della donazioni regolari
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I modi per sostenerci sono tanti: ogni tua azione è preziosa e ci permette di fare la differenza.
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60° Anniversario
60 anni non si festeggiano, si fanno. Insieme.
Una vista aerea del Centro Nazionale della Lega del Filo d'Oro di Osimo, una nuova grande casa per le persone sordocieche
Progetti in cantiere
Abbiamo tanto da fare per dare un aiuto concreto a chi non vede e non sente.
Paola Rupili, utente adulta del Centro di Osimo, sorride insieme alla fisioterapista che la affianca in una sessione di idroterapia in piscina
Le nostre storie
Nessuno resta indietro, tutti hanno una storia di rinascita da raccontare.
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Le nostre storie

Nicoletta, alla “Lega”, semina speranza da tanti anni

Dare una visione del futuro, una progettualità, seminare speranza: è questo il lavoro delicatissimo e prezioso degli psicologi che collaborano con la Lega del Filo d’Oro.

Nicoletta Marconi è da oltre trent’anni il punto di riferimento degli utenti adulti del Centro di Osimo e si trova ad affrontare la depressione, la difficoltà di accettare la propria condizione e il distacco dalle figure familiari da parte degli utenti con sordocecità e pluridisabilità psicosensoriale. Ci sono vulnerabilità nella sfida di affrontare la vita di tutti i giorni e serve un sostegno concreto e una grande sensibilità.

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Nicoletta Marconi

Se dovessi scegliere la mia parola preferita, direi “grazie”.
È la cosa più bella da sentirsi dire nel lavoro di tutti noi qui.

Quando si lavora con loro è fondamentale saper valutare tutte le capacità residue, aiutando a sfruttarle al meglio, combattendo contro la frustrazione e fissando obiettivi realistici e raggiungibili. Lo psicologo deve anche trovare un equilibrio dentro se stesso, perché cuore e mente devono lavorare di pari passo, anche se di fronte a certe storie e certe situazioni il primo rischia di prendere il sopravvento.

Per far sì che l’intervento sia a tutto tondo, è importante far capire alla famiglia e a tutto il mondo che ruota intorno alla persona con disabilità, che questa non è più solo l’oggetto di una serie di interventi, ma la protagonista che collabora e sceglie il suo percorso di vita, alla ricerca della massima realizzazione possibile. Lo psicologo deve aiutarla a pensarsi in maniera diversa, con una dimensione più completa, in grado di scegliere da sola i propri obiettivi.

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Attraverso donazioni, riusciamo a garantire servizi, assistenza e aiuti a un numero sempre maggiore di ragazzi con sordocecità e disabilità multiple e ai loro genitori nei nostri Centri in tutta Italia.

Il lavoro si fa in team, con un confronto costante con gli altri professionisti: un impegno che cambia da persona a persona, mai uguale a se stesso, tutto volto a dare un futuro a chi temeva di restare chiuso tra le barriere del buio e del silenzio.