Dal digitale come “vetrina” al digitale come strumento di relazione, «che apre infiniti punti di contatto e permette una comunicazione il meno mediata possibile. Lo abbiamo visto durante il lockdown, tantissimi sostenitori ci hanno contattato per chiedere come stavano i bambini ed è stato bello sentire direttamente tutta questa vicinanza, insieme alla buona risposta in termini di raccolta fondi». Sul digitale la Lega del Filo d’Oro negli ultimi cinque anni ha maturato un approccio e una visione, non ha solo sperimentato strumenti.
Rachele Bifolchi, responsabile Digital Marketing dell’Associazione, ha vissuto in prima persona questa trasformazione che si è tradotta, nel 2021, in un nuovo HUB digitale. Altra novità sono state le dirette Facebook durante il lockdown: «Ormai anche la popolazione di età più matura usa molto gli strumenti online. Magari lì non donano, ma lì possono essere raggiunti dai nostri contenuti», prosegue Rachele. Negli anni sono nati vari mini-siti, legati a diversi progetti di raccolta fondi: «Ci mancava però una dimensione di insieme, una “casa digitale” della Lega del Filo d’Oro», riflette.
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Il nuovo HUB è quella “casa” e «farà emergere tutte le voci che compongono la ricchezza dell’Associazione, finora online rimaste un po’ nascoste». Un progetto stimolante ma anche faticoso: «Ho sempre lavorato nel marketing per grandi aziende profit. Stesso lavoro, stesse tecniche, sovente con più risorse e più collaboratori. Ma poi spesso mi chiedevo “per chi lo faccio?”», racconta Rachele.
Alla Lega del Filo d’Oro quella domanda ha una risposta. Ogni euro raccolto infatti qui «fa la differenza nella vita di ragazzi che conosco, che incrocio la mattina arrivando in ufficio. Faccio le stesse cose, ma è totalmente diverso».