Lega del Filo d'Oro: la strada per il pieno riconoscimento dei diritti delle persone sordocieche è ancora lunga, è essenziale non fare passi indietro ed investire sulla condivisione di buone pratiche a livello europeo
In occasione della Giornata Europea della Sordocecità, istituita per l’anniversario della fondazione della European Deafblind Union (EDbU), federazione di associazioni nazionali di e per le persone sordocieche, la Lega del Filo d’Oro riaccende l’attenzione su questa disabilità specifica e complessa e pone l’accento sul riconoscimento dei diritti e sull’importanza di fare rete, a livello europeo, per garantire maggiore inclusività.
Un futuro senza barriere, accessibile in egual misura in tutta Europa, in cui il pieno riconoscimento dei propri diritti venga attuato garantendo un’inclusione reale: è ciò che chiedono le persone con sordocecità, una disabilità specifica e complessa, purtroppo non ancora riconosciuta in tutti i Paesi europei, dove sono circa 2,5 milioni [1] le persone che ne sono colpite (0,8 milioni sotto i 65 anni) e fra queste, 189 mila vivono in Italia [2]. Un mancato riconoscimento da parte dei governi che, nei fatti, ha contribuito a una persistente invisibilità statistica che finora ha rallentato il processo di analisi e di comparazione dei bisogni specifici delle persone sordocieche, delle barriere e delle disuguaglianze che sono costrette ad affrontare.
E se la pandemia, con le conseguenti misure di distanziamento sociale, ha esacerbato la condizione di isolamento che queste persone già vivevano quotidianamente - perché comunicano e si orientano prevalentemente con il tatto - oggi la più grande paura è quella di essere lasciate sole, nuovamente invisibili di fronte a una crisi di dimensioni globali, che rischia di far percorrere passi indietro rispetto ai diritti faticosamente conquistati. Per questo, in occasione della Giornata Europea della Sordocecità (22 ottobre), la Lega del Filo d’Oro riaccende l’attenzione su questa disabilità specifica e complessa, portando avanti il proprio impegno affinché in Italia l’iter per la revisione e la piena applicazione della legge 107/2010 sul riconoscimento della sordocecità non si fermi.
L’Italia si trova ancora indietro rispetto ai paesi europei più virtuosi, perché attribuisce una concezione strettamente sanitaria alla disabilità, rendendo centrale la minorazione. Ma alla Lega del Filo d’Oro si lavora da sempre guardando alla disabilità come al rapporto che la persona con minorazione ha con l’ambiente nel quale vive, dunque considerando la persona nella sua globalità e non per la sua disabilità. Un approccio consolidato in oltre 50 anni di confronto internazionale, che ha permesso all’Ente di riconoscere il valore cruciale del modello di intervento educativo-riabilitativo.