Benedetto ama nuotare, ama la sabbia della spiaggia e il contatto con l’acqua del mare, dove affronta ogni bracciata senza paura, immergendosi con coraggio anche dove il buio è più profondo. Ma c’è da dire che Benedetto è abituato ad avere coraggio nel buio, ad affrontare sfide impensabili per la maggior parte delle persone. Questo ragazzo che adesso ha una vita piena e felice è venuto al mondo ad appena 24 settimane ed è sopravvissuto mentre il fratello gemello non ce l’ha fatta. La sua grave prematurità, come spesso accade in questi casi, ha lasciato dietro di sé una cecità totale e un grave ritardo cognitivo.
Dopo sei mesi di terapia intensiva, al momento di tornare a casa, mamma Camelia inizia a bussare ad ogni porta, con la forza e la disperazione dei suoi 24 anni. Insieme al papà di Benedetto si rimbocca le maniche e alla fine trova il luogo giusto dove essere ascoltata e accolta insieme al suo bimbo. Nel 2015 Benedetto varca per la prima volta la soglia della Lega del Filo d’Oro, a Osimo. Seguono due ricoveri (nel 2016/17 e nel 2018) e dei trattamenti a termine (uno nel 2020 e due nel 2022).
Ora mangia da solo, si cambia gli abiti ed ha guadagnato in autonomia, ma soprattutto, grazie ai professionisti della “Lega” che sono riusciti a incanalare la sua straordinaria energia (Benedetto è un camminatore in grado di fare anche sei-sette chilometri al giorno) è un ragazzo più sereno e tranquillo, non il “Benedetto spacca-tutto” come era stato soprannominato alle scuole medie.
Benedetto alla “Lega” ha frequentato anche la scuola primaria: e come dice la mamma, per lasciare tuo figlio, con una grave disabilità, a 300 km da casa ci vuole una fiducia totale in chi lo ha accolto e una grande convinzione che quello che stai facendo sia la cosa giusta per lui.
Dal 2023 inizia a frequentare anche il centro diurno, dando respiro alla famiglia: perché solo chi vive l’impegno di cargiver sa quante energie mentali e fisiche richiede questo ruolo. I genitori e Benedetto, alla “Lega”, si sentono davvero in famiglia e possono entrare in contatto con chi vive esperienze simili alle loro. Non si sono mai chiesti “Perché a noi?”, ma hanno sempre cercato la soluzione migliore affinché Benedetto potesse nuotare felice nel mare della sua vita. Con la “Lega” e con voi sostenitori, sempre accanto.
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