A volte il volontariato alla Lega del filo d’Oro diventa un “affare di famiglia”, come è successo nel caso di Francesca Cerliani. Abita vicino alla sede di Lesmo della “Lega” e insieme al padre decide di visitare il Centro e lasciare il proprio contatto per essere richiamati.
Spesso le storie tra volontari e “Lega” iniziano per caso, perché si ha voglia di fare qualcosa per il prossimo, perché si è incuriositi dal lavoro della Fondazione con le persone con sordocecità: ma poi ci si ritrova talmente connessi con gli utenti che ci si sente a casa propria.
Francesca va al Centro per aiutare gli utenti ad usare il computer, e questa presenza per lei è davvero significativa. Dice che spesso, tornando a casa in macchina, ripensa alle ore appena trascorse, quanto sono determinati gli utenti che lei supporta, che non solo imparano le spiegazioni date, ma cercano di andare avanti in autonomia per sapere sempre di più.
Gli strumenti informatici sono una grande ricchezza di cui la “Lega” ha sempre visto le potenzialità e i tanti progetti legati ad essi, per permettere alle persone con sordocecità di comunicare, lo dimostrano.
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Per la “Lega” i volontari sono il cuore, che batte senza fermarsi mai da oltre cinquant’anni.
Cambia la vita a chi non vede e non sente
I volontari sono mani che nel tempo hanno aiutato, guidato, costruito un futuro diverso per chi era destinato a vivere per sempre nel buio e nel silenzio. Ma non solo mani: per gli i nostri ospiti spesso i volontari sono occhi e orecchie.