È possibile trovare la felicità anche nel buio e nel silenzio? Osservando Roberto Infante sembrerebbe proprio di sì. Classe 1964, ex odontotecnico, ha una malattia degenerativa che l’ha portato a perdere prima l’udito e poi la vista. Lui racconta di come la cecità sia arrivata lentamente, un passo alla volta e questo gli ha permesso di “prepararsi”. Si è esercitato, un mese dopo l’altro, a camminare e muoversi per casa con una mascherina sugli occhi, per evitare di perdere quella autonomia così preziosa messa già alla prova dalla sordità.
Nel 2015 tutto è cambiato: si è spento anche l’ultimo barlume di luce e lui ha cominciato a vivere in quello che chiama il suo “mondo splendidamente buio”. Roberto a questo punto si fa una domanda che lascerebbe tutti noi con il fiato sospeso: una persona con sordocecità può essere felice? È possibile affrontare con gioia giornate che nascondono ostacoli ad ogni angolo?
Poi racconta che durante un soggiorno estivo della Lega del Filo d’Oro, di quelli che la Fondazione organizza per offrire esperienze che altrimenti le persone con disabilità difficilmente potrebbero fare da sole, ha visto una signora così allegra ed entusiasta, che ha capito di aver trovato la risposta che cercava.
Oggi esamina ogni situazione che vive finché non arriva a trovare il suo prezioso lato positivo. Il primo è senza dubbio l’essere passato da lavoratore stakanovista ad appassionato di viaggi: ha iniziato a spostarsi con la “Lega” ed è felicissimo di farlo. Continua a vivere dal solo, con il piccolo aiuto di una persona che lo supporta nelle faccende domestiche.
L’altra cosa fondamentale è che non si sente solo: alla “Lega” (frequenta la Sede Territoriale di Padova) ha trovato tante persone pronte a dare un consiglio, un aiuto e un sorriso. “Sono la mia famiglia”.
Roberto va ben oltre i propri limiti e lo fa con il supporto della Fondazione e con il tuo aiuto…continua anche tu a scegliere di donare e di far parte della sua famiglia!
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