Sono passati 103 anni da quando, a San Benedetto dei Marsi in Abruzzo, nacque Sabina Santilli*.
A soli 7 anni una meningite la rese sorda e cieca, ma i suoi genitori non si diedero per vinti e la iscrissero all’istituto per ciechi Augusto Romagnoli di Roma. Lì, Sabina imparò subito il Braille e il Malossi, riacquistando la possibilità di comunicare, leggere e scrivere.
Col tempo, questa donna straordinaria avrebbe imparato a comunicare in 5 lingue diverse e ad essere indipendente in ogni attività quotidiana, determinata a “non essere di peso, ma di aiuto”. Ma non fu straordinaria solo per questo.
Il suo impegno si rivolse infatti ben presto a coloro che si trovavano nella sua stessa situazione ma costretti ancora nell’isolamento più totale. Per incoraggiarli e per metterli in relazione tra loro nacque quello che sarebbe diventato un giorno “Trilli nell’Azzurro”, il notiziario della Lega del Filo d’Oro. Allora erano lettere scritte da Sabina stessa, che come “un uccellino azzurro” raggiungevano ogni parte d’Italia portando notizie e informazioni utili per chi non vede e non sente, creando col tempo una rete di persone sordocieche.
Una rete che sarebbe diventata nel 1964 la “Lega del Filo d’Oro”, Associazione basata sul “filo aureo della buona amicizia” che unisce i sordociechi tra loro e con il mondo. Sabina, fondatrice dell’Associazione, ne fu anche la prima Presidente.
Con il supporto di Don Dino Marabini, sacerdote osimano, e di un gruppo di volontari, Sabina gettò così le basi di un progetto che si proponeva “la rieducazione dei soggetti recuperabili, nonché di svolgere attività di assistenza sociale, economica, medico-specializzata e di provvedere alla qualificazione e inserimento nel lavoro.” Voleva offrire alle persone sordocieche la possibilità di vivere una vita piena e di realizzarsi come persone, “utili” per sé e per la società. Questo senza fermarsi anche davanti ai casi più gravi, in cui si sommavano diverse disabilità, secondo quello che è sempre stato uno dei pilastri della Lega del Filo d’Oro: nessuna condizione è così grave da non poter migliorare con un’educazione adeguata.
Per il suo impegno, ricevette diversi riconoscimenti ed onorificenze, come la "Pro Ecclesia et Pontifice" ricevuta dal Papa Giovanni Paolo II nel 1987.
Sabina ci lasciava nel 1999. Oggi l’Associazione da lei fondata conta Centri e Sedi Territoriali in 10 regioni d’Italia e ancora, a 103 anni dalla sua nascita, l’impronta di Sabina Santilli è viva ogni giorno nelle attività e nello spirito della Lega del Filo d’Oro, come è vivo il ricordo del suo motto più significativo: “avanti e buon coraggio, senza mai tirarsi indietro”.
*La vita di Sabina Santilli è raccontata nel libro di Sara De Carli “Le mie dita ti hanno detto”, edito da Vita. È possibile richiederne una copia scrivendo a [email protected] o chiamando lo 0717231763.